Presentamos a continuación el artículo en su original italiano que ha escrito para RAIGAMBRE nuestro amigo y corresponsal sardo, Fabio Emozione. Publicamos en breve su traducción al español: versión en español aquí. El artículo aborda el tema principal del libro "Inchiesta sul Darwinismo" de Enzo Pennetta, sin traducir al español todavía.
“Inchiesta sul Darwinismo”, Come si costruisce una
teoria. Scienza e potere
dall’imperialismo Britannico alle politiche ONU.
Enzo Pennetta
Por Fabio Emozione
Il consenso sociale deriva
sempre da una data interpretazione della realtà, condivisa dalla maggioranza di
un popolo o nazione. Ebbene, il Darwinismo altro non fu che un potente
strumento di manipolazione delle masse, nonché di creazione di un solido
consenso politico per le élites al potere, sia all'interno della Gran Bretagna,
sia negli sconfinati possedimenti dell'Impero Britannico, nel corso del 1800.
Allorché l’Inghilterra si
avviava a divenire una potenza militare globale, pronta a tutto per aprire e
creare nuovi mercati per i suoi prodotti e industrie, sedicenti scienziati come
Francis Bacon (autore del libro utopistico “La nuova Atlantide”, nonché
sedicente padre del metodo scientifico induttivo) avanzarono l’idea di
legittimare il potere statale assoluto della monarchia Inglese tramite la Scienza.
Da questo spunto, nacque la
Royal Society (nome ufficiale: The President, Council, and Fellows of the Royal
Society of London for Improving Natural Knowledge), dove una nuova casta
sacerdotale, tutta composta di “scienziati”, avrebbe supportato e sponsorizzato
il nascente Impero Britannico.
Come per ogni casta
sacedortale serviva, però, una nuova Bibbia, capace di fornire una nuova
visione del Mondo, convincente, accattivante, affascinante.
Una ghiotta occasione si presentò,
allorché Charles Darwin pubblicò – nel 1859 – il saggio “L’origine della
specie”. Il racconto di Darwin si prestava bene a fungere da nuovo, moderno e
seducente mito della creazione.
Per sviluppare la sua
teoria, Darwin si basò sugli scritti dell’economista Thomas Malthus e non partì
- invece - da osservazioni naturali, da cui poi formulare una ipotesi di
lavoro, cioè una vera e propria teoria scientifica.
Va ricordato brevemente che
Malthus, senza alcuna base sperimentale e clamorosamente smentito da ripetuti
casi storici (come la grande carestia Irlandese 1845-1952), sosteneva che
mentre da un altro l’economia in genere cresce secondo una progressione
aritmetica (0,1,2,3,4,5, etc.), la popolazione – al contrario – cresce secondo
una progressione geometrica (0,1,2,4,8,16,32, etc.). Tale stato di cose
porterebbe presto ad una scarsità generalizzata delle risorse in rapporto alla
popolazione esistente.
Date queste
(inesatte)premesse, Malthus giustifica ogni mezzo possibile per il controllo
delle nascite, con speciale riguardo alle classi meno agiate, in special modo
la classe operaia e le sempre crescenti plebi urbane nell’Inghilterra
industrializzata di metà ‘800.
Anche la “mano
invisibile” (la nota metafora utilizzata dall’economista Adam Smith per
descrivere gli inaspettati ed imprevedibili benefici sociali che deriverebbero
da azioni e scelte individuali) rientra in una visione del Mondo che ha piena
fede e fiducia nell’inevitabile progresso dell’umanità verso vette e traguardi
sempre più alti ed avanzati (come a tanti parve nell’Inghilterra Vittoriana
della seconda metà dell’800).
Al riguardo, trovo utile
citare questo passo:
“Unita all’usura, la
competizione sfrenata distrugge l’uomo medio per il profitto del grande e,
facendo ciò, arriva a produrre quella massa di cittadini economicamente non
liberi, la cui propria libertà politica viene messa in questione, esattamente
perché essa non ha alcun fondamento in alcuna libertà economica, ovvero, in una
qualsiasi significativa porzione di proprietà private che la supporti.”
~Hilaire Belloc: “La
crisi della civiltà.”
Dopo Darwin, infatti, arrivò
anche il Darwinismo sociale, applicato sia in patria che nelle colonie verso le
classi meno agiate od i sudditi della Corona. Va sempre ricordato e considerato
il parallelo stringente che può essere fatto tra lasciar-fare economico – con
la sua illimitata competizione – e la nozione Darwiniana di “sopravvivenza del
più adatto”.
La stessa dottrina
dell’utilitarismo, che afferma – tra l’altro – che all’interno di una società
ed economia tutti i soggetti (ogni singolo individuo) tendono a massimizzare il
proprio piacere, rientra nel tentativo Positivista di fornire una nuova
interpretazione, vera e propria religione che copra l’intera realtà della vita,
partendo proprio dalla pretesa di poter quantificare il piacere personale.
La vita – in questa
(anti-Cattolica) nuova visione del Mondo – diventa un numero.
Una volta che in Paesi ebbri
del proprio successo su scala planetaria, come fu l’Inghilterra alla fine del XIX
secolo, le classi al potere decisero di far perdere una volta per tutte ogni
rilevanza ed esistenza alla religione Cattolica ed al pensiero Aristotelico-Tomista
associategli, influenti pensatori come Comte cercarono di fondare una nuova
religione al di fuori della Rivelazione Cristiana.
Isidore Auguste Marie
François Xavier Comte (1798 – 1857) fu un filosofo Francese che fondò la
moderna sociologia e la dottrina del Positivismo.
Subì l’influsso del
socialista utopista Henri Saint-Simon e da questa interazione sviluppò la
filosofia “positivista”, al fine di trovare un rimedio al malessere sociale
generato dalla Rivoluzione Francese: la nuova dottrina sociale proposta doveva
basarsi esclusivamente sulle “scienze”.
Comte ispirò a sua volta
pensatori come Karl Marx e John Stuart Mill.
Le sue teorie sociologiche
culminarono nell’annuncio di una nuova “religione dell’umanità”, la quale
avrebbe influenzato lo sviluppo di parecchie ed influenti organizzazioni
umaniste e secolari nel corso del 1800. Si afferma che Comte abbia coniato il
termine “altruismo”.
Torniamo al “nostro” Darwin,
il quale, nel delineare e formulare la sua teoria sull’origine della vita non
seguì il tanto celebrato metodo induttivo e scientifico.
Darwin mai trovò una prova
certa della sua teoria durante tutto il corso della sua vita.
Nella teoria
evoluzionistica di Darwin manca sempre l’anello mancante tra i fossili
disponibili. Da essi invece risulta un quadro più consono all’ipotesi della
creazione ex nihilo delle specie viventi.
Esistono poi numerosi casi
di specie viventi che non hanno subito alcun mutamento per milioni di anni.
Tutto ciò contraddice in
pieno l’ipotesi di cambiamenti lenti, graduali e inesorabili che sono
raccontati nella visione di Darwin.
Inoltre, la teoria di
Darwin non è in grado di fare alcuna predizione certa sul futuro
dell’evoluzione, come invece si può fare con le leggi di Newton sulla
gravitazione universale con riguardo all’orbita di un pianeta o di un astro.
Insomma, di scientifico, la
teoria di Darwin, ha ben poco.
Ribadiamo: a tutt’oggi
nessuno – Darwin incluso - ha mai trovato o scoperto una prova sicura della
validità della cosiddetta “teoria” sull’evoluzione.
Sulla pressoché totale mancanza
di prove scientifiche a favore della teoria evolutiva sono magistrali le
lezioni tenute dal telepredicatore Americano, Kent Hovind: che si tratti di
biologia o di geologia, di astronomia o di qualsiasi altra branca del sapere
scientifico, tutte le presunte prove a favore dell’evoluzione o sono errate o
sono prefabbricate, cioè false (come il caso clamoroso della falsa somiglianza
tra l’embrione umano e quello di altre specie oppure l’altrettanto fasullo
albero genealogico dell’uomo che deriva dalla scimmia).
Va fatto notare che, ad
onore di una certa onestà intellettuale del medesimo Darwin (diversamente da
molti suoi sostenitori e seguaci), lo scienziato britannico sempre riconobbe il
fatto che la sua teoria fosse carente di una prova certa ed inconfutabile.
La “teoria” di Darwin
fallisce sempre e clamorosamente proprio dove dovrebbe illuminare la ricercare:
non si riesce a spiegare come, quando, dove e perché “nasca” una nuova specie
in un determinato momento storico.
In altre parole, la teoria
non riesce a spiegare il suo stesso oggetto e campo di ricerca: l’origine e la
nascita delle specie.
Darwin credeva, come Jean-Baptiste
Lamark, nell'ereditarietà dei caratteri acquisiti (se a forza di allungare il
braccio, il braccio si allunga, allora trasmetterò questa caratteristica del braccio
allungato alla mia discendenza!).
Il Positivismo
evoluzionista a cui si è finora accennato fu da subito concepito ed utilizzato come
teoria addormentatrice dei movimenti rivoluzionari e delle rivendicazioni
sociali che sconvolsero a più riprese la storia dell’800 Europeo ed in altre
parti del Mondo.
Giusto per fare una breve
divagazione, Raimundo Teixeira Mendes (1855 – 1927) fu il filosofo e matematico
Brasiliano, che ideò l’attuale bandiera nazionale del suo Paese, in cui
compaiono – fra l’altro – le parole “Ordem e Progresso”.
In realtà Teixeira Mendes
subì una forte influenza ad opera di Comte e venne considerato dai suoi seguaci
quale “Apostolo dell’Umanità” all’interno della “Chiesa positivista del
Brasile”.
Era fermamente convinto il
pensatore Brasiliano che le guerre sarebbero presto scomparse e che la medesima
sorte sarebbe toccata alle varie Nazioni.
Oppose fermamente l’opera
missionaria Cattolica presso gli indigeni, mentre si batté per un loro
inserimento “graduale” nella società civile, senza “forzature” di sorta.
Grazie alla teoria di
Darwin, la Scienza – oramai acclamata a nuova religione e rivelazione - diventa
così un'arma del Potere Statale per controllare le maggioranze democratiche e
l’opinione pubblica in genere.
Il nuovo Libro della Genesi
diventa L'Origine delle Specie di Darwin.
Una curiosità: nella
pubblicazione originale di Darwin si parla di “elezione” naturale e non di
“selezione” naturale, come sarà poi divulgato in seguito. I seguaci e
sostenitori di Darwin aggiunsero una “s” di troppo e questa fu la versione che
entro nella mente popolare ed attuale cultura di massa.
Fino a quel momento, la
fonte del diritto e della moralità in qualsiasi società era stata Dio e la religione.
Ora compaiono un nuovo Dio,
una nuova rivelazione, un nuovo vangelo, una nuova genesi. Tutto
“inevitabilmente” deve “cambiare” per il “meglio”.
Nel 313 A.D., mentre da un
lato l'Imperatore Costantino riconosceva la legittimità della religione
Cristiana, dall’altro egli trattenne per sé il titolo di Pontifex Maximus, il
che indica chiaramente che la fonte di legittimazione della legge era ancora
lui, il successore di Augusto.
Ora, dalla caduta di Roma e
dell'impero Romano d'Occidente fino al Sacro Romano Impero ed oltre, la “fons
iuris” (fonte e legittimazione del diritto e della morale) resta il Papa di
Roma.
In seguito allo scisma
d'Oriente, gli imperatori in relazione con Dio diventano due, ma la suddetta
distinzione e cooperazione tra potere temporale e spirituale non viene meno:
semplicemente si sdoppia.
Con lo scisma Anglicano in
Inghilterra, potere imperiale e spirituale si fondono nuovamente in un’unica
persona.
Da Thomas Hobbes (tra i
primi e massimi teorici dell’Assolutismo) fino ai giorni nostri, lo scopo resta
sempre il medesimo: scalzare ed sradicare la visione Cristiana dell'uomo quale “fons
iuris”, quale legittimazione del diritto, della moralità e del potere statale.
Oggigiorno più che mai, la “scienza”
viene studiata da manuali, senza alcuna esperienza diretta e sperimentale delle
tesi e delle leggi ivi presentate. Era ben conscio di ciò uno studioso come
Thomas Kuhn.
Un esempio tipico di
screditamento della scienza Cristiana è la storia della Terra piatta con
riguardo al processo contro Galileo Galilei. Mai la Chiesa Cattolica sostenne
che la Terra fosse piatta, anzi fece l'esatto contrario. La “teoria” della
Terra piatta (propagandata e diffusa nel corso dell’800 da autori inglesi e
francesi) fu, cioè, un altro strumento utilizzato dagli anticlericali di tutto
il Mondo, soprattutto in Occidente, per aggredire e svilire la civiltà
pre-“moderna” Cristiano-Cattolica ed il creazionismo in genere.
Nota al grande pubblico è
una incisione tratta da uno dei racconti dell’astronomo Francese, Camille
Flammarion, dove un monaco peregrino arriva alla fine del mondo e…da lì non può
più procedere visto che la Terra lì “termina”.
Secondo il duo Engels-Marx:
tutta la teoria darwiniana è semplicemente il trasferimento, dalla società alla
natura vivente, della teoria di Hobbes sullo stato di guerra di tutti contro
tutti, della necessità dell’assolutismo per avere la “pace” e della teoria
borghese della “benefica” concorrenza, il tutto unito alla teoria sulla
crescita geometrica della popolazione di Malthus.
Nietzsche scrisse: “l'uomo
si è dunque liberato dagli antichi e tradizionali padroni, osserviamo una
moltitudine di uomini, tutti uguali, tutti somiglianti, che cercano - senza
posa - di procurarsi piccoli e meschini piaceri.
L'umanità è cioè passata da
una forma di schiavitù ad un'altra: quella caratterizzata dalla continua
ricerca della felicità, ma continuamente negata.”
All’inizio del XX secolo,
prima dello scoppiare della Prima Guerra Mondiale, appare evidente a tutti che
il Darwinismo è stato una “mancata” rivoluzione scientifica. Mancavano e
mancano le prove di quanto argomentato da Darwin ed i suoi seguaci e
sostenitori.
Anche sul piano
internazionale, in quegli stessi anni (come già sul finire del XIX secolo), si
avvertì il fatto che l’Impero Britannico aveva raggiunto la sua massima
estensione, slancio ed influenza.
Sorse proprio in quegli la
Società Fabiana, ennesimo ente creato con la benedizione del Governo Inglese,
col fine di arrivare in maniera “graduale”, senza balzi, scatti, sorprese,
“rivoluzioni” ad una società socialista, sia in patria che negli altri Paesi.
L’idea era quella di domare
e controllare “con le buone” la minaccia di una rivolta violenta, anche su
scala internazionale, da parte delle forze socialiste e comuniste.
Il gruppo fu nominato
Fabiano, in onore del politico e militare romano, Quinto Fabio Massimo detto
Cunctator, "Temporeggiatore" (275 a.C. – 203 a.C.), che divenne
famoso e stimato durante le Guerre Puniche per le sue tattiche attendiste,
temporeggiatrici, lente, ma alla fine sempre vittoriose.
L’utopia del Fabianesimo
del XX secolo fu il credere che l’imperialismo Britannico, unito alle dottrine
socialiste, potesse rappresentare un fattore di modernizzazione dell’intero Pianeta,
sotto – ben s’intende – la leadership e controllo Inglesi!
Si voleva - dopo tutto –
trovare una forma di legittimazione a quello che sarebbe diventato il
Commonwealth Britannico, oggi ribattezzato il Commonwealth delle Nazioni.
Matteo 7:15-20 “Dai loro
frutti li riconoscerete!”
Gesù che parla ai Discepoli
sui “falsi profeti”.
Il caso, la necessità e
l'eugenetica
Al movimento umanista, del
quale faceva parte Julian Huxley, aderì in seguito anche il premio Nobel per la
medicina del 1965 Jacques Monod (1910-1976), che con la pubblicazione nel 1970
del libro, "Il caso e la necessità", diede un contributo fondamentale
alla chiarificazione della teoria evolutiva e delle sue implicazioni
etico-sociali.
Il libro è la continuazione
ideale delle tesi evoluzionistiche neodarwiniane, con particolare riferimento
ai meccanismi genetici, e delle teorie sociologiche di J.S. Huxley.
Ricordiamo che Huxley fu un
appassionato promotore delle teorie “darwiniane”, nonché il promotore
dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza
sociale e naturale e la Cultura). Tutti noi siamo a conoscenza dell’aperta
propaganda e “sensibilizzazione” attuata da questo ente con sede a Parigi
sull’aborto, la contraccezione, controllo delle nascite, pianificazione
familiare, uguaglianza ad ogni costo, eliminazione di ogni differenza, la
“parità” di genere e così via.
Nel secondo dopoguerra, a
causa delle analoghe considerazioni dei nazisti, l'argomento dell'eugenetica
non venne presentato con la stessa insistenza e chiarezza degli anni precedenti,
ma sempre di eugenetica, cioè di “modi di allevamento sviluppati per gli
animali ed applicati agli uomini”, si trattava.
Ebbene sì, quando l’uomo e
la vita ed i sentimenti diventano numeri e statistiche, allora può anche
accadere – come è ripetutamente accaduto – che si cerchi di “allevare” l’uomo
come si fa con gli animali in una stalla, in una fattoria o – meglio – in un
grande allevamento!
Furono comunque riproposte
le misure che la accompagnano: l'attuazione dell'eugenetica avrebbe dovuto
infatti avvenire senza nominare esplicitamente il collegamento con la stessa.
Il libro di Monod dedica alle considerazioni di ordine etico e sociale il IX e
ultimo capitolo, intitolato significativamente “II Regno e le tenebre”, parole
che riconducono a una terminologia religiosa e che furono adottate da Thomas
Hobbes nell'introduzione al suo “Leviathan” e, con riferimento all'escatologia
cristiana, al Regno dei Cieli: «Il giorno in cui — come scrive Monod -
l'Australantropo o qualcuno dei suoi simili riuscì a comunicare il contenuto di
un'esperienza soggettiva, di una "simulazione" personale e non più
soltanto un'esperienza concreta e reale, nacque un nuovo regno: il regno delle
idee»
Paragonando l'inizio del
capitolo IX con la Genesi, è evidente come lo “scienziato” Monod miri alla
creazione di una situazione analoga alla "Genesi", in modo da poter
trovare e porre il fondamento di una "nuova religione dell'Umanità",
di chiara matrice Comtiana.
Tale intenzione traspare
anche attraverso l'utilizzo di un termine come "stimmate", riferito
alle tracce scritte nel Dna dei progenitori della specie umana, che non trova
utilizzo se non nel campo religioso.
Una volta che ci si libera
dei dogmi, degli insegnamenti e della morale Cattolici, l’eugenetica – e tutte
le correlate diaboliche dottrine – hanno il via libera!
Di seguito un parallelo dei
ripetuti tentativi, a cavallo dei secoli XIX e XX, della “religione” Darwiniana
di controllare il Mondo, gli uomini, le risorse, la ricchezza, la vita, le
menti, le anime:
Sec. XIX
-1798: T. Malthus pubblica
il Saggio sul principio della popolatone
- L'Inghilterra deve
governare lo sviluppo industriale e coloniale.
- L'applicazione di azioni
vantaggiose per gli interessi nazionali, ma contrarie all'opinione pubblica,
come l'abbandono delle classi povere e un'eugenetica per favorire le razze di
"successo", rende necessario un supporto scientifico al Malthusianesimo.
- Il mezzo per guidare
l'opinione generale inglese è la Royal Society
- La teoria che può
scientificamente sostenere una politica malthusiana è quella che da essa è, per
stessa ammissione dell'autore, derivata, e cioè il darwinismo.
Sec. XX
- 1972: il Club di Roma
pubblica il saggio "The Limits to Growth".
- L'Occidente deve
governare lo sviluppo industriale e delle risorse planetarie.
- L'applicazione di azioni
vantaggiose per gli interessi nazionali, ma contrarie all'opinione pubblica,
come la riduzione demografica delle classi povere anziché il loro sviluppo e
un'eugenetica per favorire le razze di "successo", rende necessario
un supporto scientifico al neo-Malthusianesimo.
- Il mezzo per guidare
l'opinione pubblica occidentale è costituito dall'Onu e dalle Accademie"
come il Club di Roma.
- La teoria che può
scientificamente sostenere una politica Malthusiana è quella che da essa è, per
la stessa ammissione dell'autore, derivata, e cioè il darwinismo, che nel XX
secolo è diventato "teoria sintetica dell'evoluzione" o
"neodarwinismo".
Tratti caratterizzati
Darwinismo e Neodarwinismo (che nasce e si sviluppa per cercare di far
dimenticare all’opinione pubblica la fondamentale carenza del primo, e cioè la
totale mancanza di prove scientifiche certe sulla sua validità i.e. il famoso
“anello mancante” = nessuno hai rinvenuto il fossile di un essere mezzo uomo –
mezzo scimmia per esempio, etc. etc.)
Certezza dogmatica
Selezione naturale come
unica possibilità di progresso
Selezione naturale come
giustificazione di politiche eugenetiche
Progresso graduale senza
"rivoluzioni"
Egoismo origine del
progresso (liberismo di Adam Smith)
Collaborazione all'interno
delle specie come regola di natura
Evoluzione come sinonimo di
progresso
Autori e ricercatori ben
più rispettosi del metodo scientifico, come l’Americano Stephen Jay Gould,
proposero teorie alternative, come quella degli “Equilibri punteggiati”:
Incrinatura della certezza
La selezione non basta a
spiegare il progresso
Progresso con cambiamenti
improvvisi
Inutilità delle iniziative
eugenetiche
Specie
"superiori" come effetto collaterale dell'evoluzione che quindi non è
necessariamente intesa come tendenza verso il progresso
CONCLUSIONI
La cosiddetta “teoria” di
Darwin sull’origine ed evoluzione delle specie viventi compare in un momento
storico – a metà del 1800 - dove
l’Inghilterra, giunta all’apice della sua potenza imperiale su scala planetaria
è alla disperata ricerca di una “storia fondante” che legittimi il suo potere e
dominio sul Mondo.
E’ un’epoca – quella del
XIX secolo – dove gli amari frutti ed eredità dell’ateismo illuminista e
post-Rivoluzione Francese vengono a “maturazione”, lasciando un vuoto
spirituale, morale e culturale che prima era riempito e colmato dalla religione
Cattolica.
Sono gli anni di nascita
delle ideologie socialiste e comuniste, le quali – molti lo colgono tra le
élites – portano con sé un potenziale rivoluzionario e distruttivo mai visto
sino ad allora nella Storia, vista la loro capacità di presa sulle enormi masse
popolari inurbate di lavoratori ed operai e – soprattutto – vista l’emergenza
di una società umana sempre più globalizzata ed interconnessa a livello
planetario.
La “teoria” di Darwin non è
mai stata provata scientificamente, né ha mai saputo fornire alcuna predizione
certa sul futuro di un qualsiasi fenomeno naturale. Si tratta, in altre parole,
di una teoria falsa ed errata, scientificamente parlando.
Nonostante ciò, il
Darwinismo viene elevato a nuova Bibbia in una società secolarizzata e comunque
sempre bisognosa di una visione dell’uomo e del suo futuro rassicuranti.
In realtà il Darwinismo
rientra nella lunga serie di culti della morte (delizia per il Demonio) che –
con triste periodicità e frequenza – si ripresentano nella Storia.
Il Darwinismo è alla base
dell’accettabilità sociale della morte di coloro che non sono “adatti” alla
società in cui vivono. E’ infatti “naturale” morire se non si riesce a “tenere
il passo” con l’inevitabile “progresso” dell’uomo e della “civiltà”.
Nella visione umana,
sociale, morale e culturale del Darwinismo, chi non si “adatta”, perisce! Ed è
“giusto” così.
........................................
Per apprezzare sino in
fondo questo libro avvincente e convincente - Inchiesta sul Darwinismo. Come si
costruisce una teoria. Scienza e potere dall'imperialismo Britannico alle
politiche ONU (di Enzo Pennetta) - consiglio la lettura anche di questi libri:
In Satan's footsteps. (by Theodore Shoebat) Sulle
orme di Satana
L’origine e le manifestazioni
del Diavolo e del Male nella Storia.
Il lettore resterà assai
sorpreso dalle inquietanti similitudini e calzanti analogie che esistono –
tanto per fare l’esempio più eclatante – nella “rivelazione” come raccontata
nel culto Mormone ed in quello dell’Islam. In entrambi i casi, infatti, compare
una presenza angelica e demoniaca allo stesso tempo, terrificante, brillante di
luce, risplendente, eppure circondata da un’aura di morte. (Luci-fero)
Thomas Kuhn pubblica, nel
1962, il saggio intitolato "La struttura delle rivoluzioni
scientifiche", in cui viene delineato un modello non lineare, non
graduale, ma bensì "rivoluzionario", “fatto a strappi”, dello
sviluppo della Scienza.
Le nuove teorie
scientifiche si affermano tramite cambiamenti repentini, intervallati da lunghi
periodi di stasi.
Tutto ciò accade perché
ogni teoria scientifica si basa su determinati "paradigmi", assunti
concettuali, teorici, strumentali e metodologici che guidano la ricerca e che
nessuno mette in discussione.
La creazione, o meglio
produzione, di un nuovo paradigma, quindi di una nuova “scienza”, si ha quando
ci si scontra con fatti non spiegabili secondo le tradizionali teorie.
Gli elementi fondanti della
scienza in generale o di una scienza in particolare possono essere fissati in
opere acclamate e diffuse, come sono state in passato la Fisica di Aristotele o
i Principia di Isaac Newton.
Un nuovo paradigma scientifico
rappresenta una "promessa di successo" nello studio di un dato
problema e la scienza che da esso viene derivata è la realizzazione di tale
promessa.
La visione di Kuhn ribalta
l'immagine tradizionale della scienza come "esplorazione
dell'ignoto". La scienza è politica. E viceversa.
Yuri Alexandrovich Bezmenov
è stato un giornalista Russo ed anche – e sopratutto – una ex spia del KGB, il
quale – ad un certo punto della sua vita – decise di disertare per il Canada,
lasciando una volta per tutte l’Unione Sovietica.
In seguito ai tanti anni
trascorsi all’estero, ad esempio in India, iniziò a disapprovare la censura ed
oppressione di qualsiasi intellettuale dissidente operata nel suo Paese di
nascita.
Bezmenov viene sopratutto
ricordato per le sue lezioni in favore della democrazia Americana,
sull’anti-communismo e tutta una serie di libri scritti e diffuse intorno agli
anni 1980, con special riguardo al tema della manipolazione dell’opinione
pubblica in Paesi democratici e non.
Rivoluzione e
Contro-Rivoluzione (Plinio Corrêa de Oliveira)
Tutto il pensiero e
l'azione di Plinio Corrêa de Oliveira prendono l'avvio e ruotano attorno a un
giudizio storico: è esistita una civiltà Cristiana occidentale, animata dalla
Chiesa Cattolica, frutto dell'inculturazione della fede in Occidente. Di tale
splendida civiltà Cristiana è in via di realizzazione il processo di
distruzione, la rivoluzione, in una dinamica storica che si articola in quattro
fasi: la prima religiosa, la Riforma protestante, preceduta e accompagnata da
una rivoluzione culturale, rappresentata dall'Umanesimo e dal Rinascimento; la
seconda politica, la Rivoluzione francese; la terza sociale, la Rivoluzione
comunista; e, infine, la quarta, la rivoluzione culturale iniziata con il
Sessantotto francese ed Americano.
L'unico rimedio a questo
disastro culturale per l’Occidente e per il Mondo intero è nel restaurare e nel
promuovere la cultura e la civiltà Cattoliche. Nasceranno dalla opera di Correa
de Oliveira, le Società di Difesa di Tradizione Famiglia e Proprietà.
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